Lo sgombero dell’Ungdomshuset

Riportiamo un appassionato resoconto dello sgombero del famoso squat di Copenaghen. Ringraziamo l’amico Tado che direttamente da Copenaghen ci ha puntualmente aggiornati sui risvolti.

Il lungo weekend dell'Ungdomshuset – Giovedì, mattino.
 

Buondì.

Stamattina tra le 6 e le 7 la Ungdomshuset (casa dei giovani), l'unico squat di Copenhagen e di tutta la Danimarca, è stato sgomberato. Erano mesi che la questione si trascinava, da quando cioè il comune ha ben pensato di vendere il terreno su cui sorge l'edificio ad una sorta di setta estremista cristiana, ignorando il fatto che quel posto è occupato dai primi anni '80. Forse qualcuno ricorderà i servizi anche sui TG italiani di una Copenhagen messa a ferro e fuoco a metà Dicembre: ecco, quello era il giorno in cui scadeva l'ultimatum per uscire da soli dallo stabile.

Il posto è una palazzina su tre piani, molto bello e vissuto soprattutto come luogo di aggregazione non commerciale, con iniziative culturali e una radio; mentre l'immaginario è decisamente cattivo e rispecchia l'anima anarchica degli occupanti: il nero va per la maggiore, coltelli e teschi lo accompagnano.

Stamattina è arrivato il rocambolesco sgombero: a quanto pare invece di arrivare via terra, hanno voluto fare le cose in grande, usando gli elicotteri per portare la celere sul tetto dell'edificio e sgomberare dall'alto verso il basso. E' bastata un'ora e tutta la Danimarca sapeva cosa stava accadendo, e quando sono passato la prima volta nella piazza a pochi metri dall'Ungdomshuset, verso le 9.30, diverse centinaia di persone erano già lì. Quando sono tornato, mezz'ora dopo, più di un migliaio di persone occupava la piazza e Nørrebrogade, una delle arterie principali della città, in entrambe le direzioni. Nella mezz'ora in cui sono mancato c'è stato qualche piccolo scontro, che ha lasciato una barricata in mezzo alla strada fatta da una quindicina di cassonetti della spazzatura in fiamme, un container e un trattore che evidentemente era dentro il container (!). Chi c'era mi ha detto che non è stato nulla di che, ma la quantità di mattoni, sassi, bottiglie e lattine in terra era impressionante. La situazione è rimasta per un paio d'ore almeno assolutamente surreale: uno strano mix di Black e fricchettoni tra cui un sacco di giovanissimi, qualche sasso ogni tanto e un'atmosfera tesissima pronta a esplodere da un momento all'altro, con polizia a coprire l'edificio e altra a bloccare l'accesso verso il centro della città. Gli sbirri si sono comportati in maniera assolutamente insensata: prima di tutto si sono presentati in piazza con le pistole nelle fondine, ma senza manganelli o scudi, e poi hanno continuato a fare avanti e indietro coi blindati per ore, finchè non hanno circondato la barricata per poi, dopo 40 minuti di pulizie, andarsene nuovamente lasciando che in 5 minuti tutto tornasse come prima. C'è stato qualche fermo, ma nulla a confronto di quello che successe a Dicembre. Oggi pomeriggio alle 5 ci sarà una manifestazione, domani presumibilmente un'action day, e un'altra grossa manifestazione era già programmata per Sabato e convoglierà tutti di nuovo in piazza. Tutti sanno che sarà un lungo weekend, e che quasi di sicuro da stasera almeno fino a sabato sera la città sarà un campo di battaglia in cui tutto ciò che verrà considerato infiammabile verrà bruciato, così come tutto ciò che potrà tornare utile allo scopo verrà impugnato e/o lanciato.

Candidamente alla radio si è detto che quella di oggi sarà la manifestazione della rabbia più spontantea e immediata, mentre domani e sabato ci saranno quelle degli scontri. Personalmente non sono sicuro di aver colto la differenza, ma presumo sia soprattutto una questione di organizzazione: a Dicembre i cortei erano stati 2 in 3 giorni, il primo il 14, pacifico, e il secondo il 16, dove un gigantesco striscione con teschi e coltelli apriva il corteo seguito da un uniforme macchia nera con passamontagna e caschi. A sentire il racconto di chi c'era sembra che quella volta oltre agli scontri "improvvisati" ci fosse un nucleo centrale addestrato come militari, il che mi ricorda molto gli scontri dei Black ad Atene l'anno scorso, che sapevano esattamente cosa colpire e come, e non hanno sbagliato una mossa.

Il sito dell'Ungdomshuset (ungdomshuset.dk) e indymedia.dk hanno un paio di numeri di telefono per fornire alloggio e cucine comuni per chiunque arrivasse da fuori città, e vista la rapidità con cui sono stati allestiti e quello che mi ha detto un ragazzo stamattina c'è da aspettarsi che da mezza Danimarca la gente stia arrivando, così come dal resto della Scandinavia; anche se il tipo con cui ho parlato personalmente era in attesa dei tedeschi e dei berlinesi in particolare, che pare avessero promesso partecipazione massiccia in solidarietà subito dopo lo sgombero. Vedremo.

La paura è che per evitare di dover presidiare l'edificio massicciamente giorno e notte per un lungo periodo, già stasera il comune provvederà ad abbatterlo per fare spazio ai nuovi inquilini.

Qualche foto è online su www.modkraft.dk/ sotto il testo in danese, qualcuna la uploado io appena ho un minuto e vi manderò il link, ma se cercate trovate di sicuro dell'altro. So che su youtube.com c'erano i video di Dicembre.

Anche se non ve ne frega una mazza vi terrò aggiornati.

Il weekend si prevede caldo, e il comunicato stampa degli ex-occupanti è conciso ma chiaro, una sola riga:

»if there's not an Ungdomshus in Copenhagen, there will be a fight to get one!"

"Se non c'è un Ungomshus in Copenhagen, ci sarà una battaglia per averne una!" 

 

Il lungo weekend dell'Ungdomshuset – Giovedì, sera.
 

Eccomi qui.

La giornata è stata eterna e faticosa, e provare a farne un racconto è ben complicato…

Innanzi tutto un paio di extra news sulla mattinata: lo sgombero a quanto pare non è stato così tranquillo: i pochi occupanti hanno dato battaglia dentro l'edificio per più di un'ora, e qualche ambulanza è stata vista partire a sirene spiegate. Seconda notizia interessante è che fin da quando si è diffusa la notizia non solo la gente si è concentrata intorno allo squat, ma anche in altri punti della città: piccoli scontri ci sono stati anche fuori Christiania.

E' evidente in ogni luogo e in ogni momento che quello che è successo oggi è un fatto importante: "Politiken", uno dei quotidiani più letti (se non il più letto), è uscito già nel primo pomeriggio con un'edizione speciale di otto pagine solo sull'Ungdomshuset; lenzuola e manifesti sono presenti in tutta la città, e in particolare a Nørrebro. Cose che in Italia potrebbero succedere forse e dico forse se venissero sgomberati in contemporanea tutti i centri sociali del paese. Anche se è vero che in questo caso era l'unico che avevano…

Passiamo a questo pomeriggio: alle 17 il concentramento in una piazza sempre nella zona di Nørrebro, a due passi da Nørrebrogade, dove stamattina c'era stato qualche scontro, e a poche centinaia di metri dall'Ungdomshuset. Già un bel po' di gente popolava la piazza quando sono arrivato, ma la situazione è decisamente cambiata quando un corteo di un migliaio di persone è arrivato diretto diretto da Christiania, raccatando per la strada chi si stava muovendo in direzione della manifestazione. Ci si è mossi verso Nørrebrogade quando almeno 2-3 mila persone erano in corteo, delle quali diverse centinaia già incappucciati dalla partenza; e tempo di arrivarci che già i primi scontri stavano iniziando. Quando la polizia ha cercato di fermare il corteo sono rimasto allibito dalla furia che si è scatenata: ha cominciato a volare di tutto, tanto che gli stessi blindati hanno dovuto arretrare di molto. Tempo pochi istanti e una prima enorme barricata era già stata creata in mezzo alla strada e data alle fiamme. Nørrebrogade è una via con un sacco di case con cortili interni, i quali si sono rivelati molto utili a chiunque cercasse qualcosa da sbattere in mezzo alla strada, e con i marciapidedi con una doppia fila di porfido nel mezzo (come tutta la città), il che significa "munizioni" infinite; se poi ci aggiungete che i danesi bevono birra in bottiglia, che ci sono bidoni della spazzatura e campane del vetro facilmente ribaltabili ovunque… beh: così avrete solo una vaga idea di ciò che è stato per tutto il giorno.

Su Nørrebrogade la polizia ha arretrato per un po', aspettando che il corteo si è allungasse di molto e spezzettasse intorno a più barricate, per poi segarci in un sacco di piccoli pezzetti entrando coi blindati dalle vie laterali. Usciti dall'ingorgo gli scontri sono cominciati ovunque: vie laterali, di nuovo sulla via principale, poi entrambe assieme… Falò e barricate sono sorte ovunque, è stato dato alle fiamme di tutto, mentre porfido, vernice e bottiglie svolazzavano qua e là; in più punti il fuoco ha sciolto l'asfalto, mentre, lanciando la gente catene di biciclette sui cavi dell'illuminazione pubblica e facendo queste uno strano contatto in grado di lasciare al buio un intera via, gli scontri venivano illuminati un po' dalle fiamme e un po' dalla luna. Incredibile davvero la potenza di attacco quando almeno una cinquantina di persone si trovano nello stesso

posto: la prima volta che la polizia ha cercato di bloccare il passaggio, per qualche minuto c'è stata una sassaiola poderosa, finchè qualcuno non ha dato il via ad un conto alla rovescia che già all'8 era urlato da tutti, e allo 0 il lancio si è improvvisamente interrotto ed è partita una carica che ha costretto puffetti e blindati a darsela a gambe levate.

Diversi i fermi, e di certo qualche ferito, anche se la polizia di qui e quella italiana evidentemente non hanno avuto gli stessi insegnanti: strategie completamente diverse, molto più uso dei blindati, lacrimogeni lanciati solo a mano, cariche quasi sempre solo per disperdere e mai per fare male. Il tutto è continuato fino verso le 19.30 senza perdere di intensità, per poi smorzarsi lentamente tranne che in alcuni punti. Mi sono poi fermato a parlare con alcuni ragazzi, i quali mi hanno spiegato che il loro intento è fare più casino possibile, perchè un paese come questo dopo giornate di scontri come quelle di Dicembre non parla d'altro per due mesi, ed essendo l'opinione pubblica in maggioranza convinta che un posto dove "pensare diversamente" debba continuare ad esistere, dopo due mesi di chiacchiere il comune sarà costretto ad assegnargli un nuovo stabile. La più  grande diversità rispetto al Belpaese è l'approccio: se in Italia va in fiamme un cestino della spazzatura, magari pure per errore, il buonismo diventa protagonista, e si parla allora solo di scontri e violenze, senza quasi nominare il perchè; qui i riots sono invece intesi come forma di agire politico e la causa del problema rimane centrale anche dopo un weekend di fuoco e fiamme: magari la gente non condivide il metodo, però nessuno si azzarderebbe mai a dire che è delinquenza e, interpretando il tutto come un gesto politico, chi pensa che un Ungdomshus debba esistere non cambia idea per la "cronaca". Per questo possono tranquillamente convivere pacifisti e blacks nello stesso corteo.

Di nuovo la conferma che domani e sabato arriverà gente da fuori, e in particolare Germani incazzati: pare che stasera manifestazioni di solidarietà si siano tenute a Stoccolma, Oslo, Helsinki, Berlino, Hannover e altre città nel nord della Germania. I controlli della polizia ai confini pare siano diventati strettissimi.

Alle 22 poi (tempo di un piatto di pasta) è partita una fiaccolata di almeno 1500-2000 persone che si è snodata senza intoppi per la città, fino ad arrivare a Nørrebro, dove nuovamente sono iniziati gli scontri e barricate in fiamme sono sorte ovunque (intendo nell'ordine delle decine, non 3 o 4) come funghi. Stessa storia: polizia coi blindati, manifestanti con mattoni e porfido, io (e molti altri) con un bruciore terribile agli occhi per i lacrimogeni, un bel po' di vetrine in pezzi. Sono venuto via poco prima dell'una, quando la situazione sembrava essersi calmata definitivamente, e solo qualche gruppetto ancora buttava tutto il buttabile tra le fiamme.

Per domani ancora non sembra esserci un appuntamento preciso, ma tutti sono sicuri che se ne vedranno delle belle. Rimane poi il gran corteo di Sabato in programma; dopo chissà.

Vedremo. Nel frattempo quando mi sveglio vado a comprare i limoni.

 

Il lungo weekend dell'Ungdomshuset – Venerdì, mattina.
 

La giornata è cominciata presto.

Innanzi tutto si hanno un po' più notizie sui fatti di ieri: 217 arresti, 75 verranno processati oggi; i 34 che erano dentro l'Ungdomshuset se ne rimangono in gabbia per 27 giorni. La polizia e il comune hanno chiesto più forze dal resto del paese: ieri sera pullman sono partiti dal nord del Jutland (la penisola principale) diretti qui. In più di 20 città di Germania ieri ci sono state manifestazioni e i messaggi di solidarietà arrivano da mezza Europa: ora si aspettano i militanti!

Oggi giornata di azioni già programmate fino alle 19, quando ci sarà un nuovo concentramento e certamente nuovi scontri: la prima grossa azione della giornata è stata l'occupazione verso le 12 della sede del Partito Socialdemocratico (secondo in DK, primo a Copenhagen), che è ancora in corso. Il motivo dell'azione è sottolineare la politicità degli scontri di ieri e di quelli che verranno, e ovviamente per fare pressione sulla classe politica affinchè una soluzione venga trovata al più presto.

Stamattina la situazione in tutta la zona di Nørrebro era assolutamente surreale: tutto è stato ripulito, tranne naturalmente i buchi nell'asfalto e le vetrine in pezzi, la gente passeggia in un'atmosfera chiaramente tesissima, mentre polizia e amministrazione cercano di prevenire nuove azioni o riparare per quanto possibile a quelle di ieri. Davanti alla zona dell'Ungdomshuset è stata fatta una barricata di blocchi di cemento, e il posto è presidiato senza sosta da polizia in antisommossa; i buchi nel porfido vengo riparati con asfalto e le pietre che già sono in giro raccolte. Dubito che questo servirà a qualcosa: la Danimarca è piena di cacciaviti e punteruoli adatti all'uopo. Un sacco di negozi invece che ieri sono stati risparmiati stanno coprendo le vetrine con pannelli di compensati, il tutto sotto gli occhi di una cittadinanza chiaramente stordita.

L'invito da tutti i siti militanti è ad esserci stasera e domani, e un nuovo corteo è stato già fissato per il 15, anche se a sentire un po' di gente qui è probabile che anche settimana prossima per diversi giorni azioni e riots scuoteranno la città: basta un fischio o una riga su indymedia, sul sito dell'ungdomshuset o su un terzo sito stile indymedia, che piazze e strade si popolano immediatamente.

A stasera.
 

 

Il lungo weekend dell'Ungdomshuset – Venerdì, sera.
 

Il pomeriggio non ha voluto smentire la surreale mattinata, e tale la giornata è proseguita. Poco dopo pranzo alcuni attivisti sono rientrati nell'Ungdomshuset per portare via ciò che era rimasto all'interno, mentre in tutta la zona la presenza della polizia era pesantissima e dei tanti ragazzi che fin dal primo pomeriggio hanno cominciato a vagare per le vie degli scontri di ieri molti venivano fermati per controlli e perquisizioni.

Mentre non si fermano i messaggi e manifestazioni di solidarietà vengono organizzate dappertutto in Europa e non, qui tutto è filato liscio e l'appuntamento delle 19 è stato abbastanza fiacco, risolvendosi in un falò e una birra in compagnia di un 200-300 persone, mentre almeno il doppio vagava per Nørrebro allibita del fatto che nulla stesse accadendo. Durante il pomeriggio sono stati aggiunti due altri appuntamenti consecutivi: il primo un corteo itinerante dalle 22 (finalmente con sound system: qui reggae e drun 'n bass vanno alla grande anche in corteo), il secondo a seguire, un altro corteo chiaramente con intenti meno ballerini dalle 24. Il primo si è concluso senza problemi in una piazza vicina alla zona dei riots di ieri, e, mentre ancora si era tutti fermi e tranquilli e la gente non stava facendo altro se non ballare, finalmente la polizia danese si è mostrata per quello che è: una schiera di sbirri come in ogni altro paese del mondo, idioti a tal punto da tentare di sgomberare una piazza piena di gente e assolutamente pacifica, come non sapendo che una scintilla avrebbe fatto scattare il finimondo. Non nego che sarebbe avvenuto lo stesso, però almeno più tardi, e non avrebbe coinvolto chi aveva deciso di partecipare solo alla prima parte in quanto chiaramente tranquilla. E' bastato l'avvicinarsi minaccioso di una dozzina di blindati e dei relativi puffi, che la gente ha si arretrato, ma giusto il tempo di raccattare da terra il raccattabile e prendere bene la mira, oppure di aprire lo zaino, afferrare boccia e accendino e far partire una decina di molotov a raffica. Ovviamente il delirio immediato. Lacrimogeni in mezzo alla piazza e cariche da un lato, sassaiole massicce dall'altro. E' bastato poco per rendersi conto che se il comune ha fatto arrivare altra polizia da fuori e ha chiesto in prestito alla Svezia dei blindati perchè troppi sono stati danneggiati ieri, i rinforzi sono arrivati anche dall'altro lato, e tedeschi, inglesi e polacchi si sono distinti subito per rapidità e precisione. La piazza si è dispersa prima in due vie, ma da lì poi si è rimasti in gran parte uniti, a differenza di ieri, e la presenza degli stranieri era facilmente deducibile anche dalla quantità di urla in inglese. In pochi minuti mille barricate in fiamme fatte di bidoni e (da oggi) macchine sono spuntate, con i polacchi che allegramente si firmavano "Poland" a spray su ogni auto da loro messa in mezzo alla strada. Le cariche sono state molto più violente di ieri, e dopo quasi un'ora sulle vie laterali la gran parte della gente è rientrata su Nørrebrogade dove ancora una volta sono iniziati scontri e barricate. Sulla sola Nørrebrogade almeno una decina le barricate in fiamme, più quasi una ogni via laterale: le prime fatte di bidoni e ogni cosa reperibile, le seconde di auto. Colonne di fumo nero erano visibili in ogni direzione, e lungo l'arteria principale più di un km di strada è stata in fiamme per ore.
Sono venuto via che erano ormai le 4, e la gente rimasta non era più tantissima ormai, ma i fuochi venivano ravvivati costantemente e ogni pochi minuti si alternavano sassaiole e cariche.

Tantissimi anche oggi gli arresti, in particolare nelle prime cariche nelle vie laterali subito dopo la dispersione della piazza, dove più volte i blindati hanno tagliato la strada a chi correva e in molti sono stati sbattuti dentro (qualcuno se l'è davvero cavata per pochi centimetri stasera…); mentre a differenza di ieri torno a casa con meno elogi per la polizia danese. Attaccare quella piazza è stato non solo miope, ma anche stupido e pericoloso: è un miracolo che apparentemente nessuno si sia fatto male davvero.

Domani ci si aspetta un'altra giornata di fuoco. Sono qui che proferisco bestemmie sapendo che non ci sarò, ma cercherò di fare comunque un resoconto con le notizie che arriveranno da chi ci andrà. Dovrei anche riuscire ad uppare le prime foto e video finalmente. (Almeno una galleria sulla prima mattinata la trovate qui: http://politiken.dk/fotografier/billedhjul_foto/article254394.ece?service=gallery&start=1 ).

Ora direi che è ora di andare a dormire, sapendo che se stasera sono a dormire nel mio letto è stata davvero questione di fortuna…
 

 

Il lungo weekend dell'Ungdomshuset – Lunedì, mattino.
 

Questa volta sarò rapidino.

Sabato mattina la giornata è iniziata con la polizia a perquisire ostelli, abitazioni comuni e sedi di associazioni: un sacco di arresti e foto segnaletiche per tutti con Nome, Cognome e Nazionalità su un cartello. Fronte, profilo destro, profilo sinistro.

La cosa ha naturalmente alimentato ancor più la tensione e nel pomeriggio poco dopo l'inizio del corteo, quando questo ha provato a dirigersi verso l'Ungdomshuset, gli scontri sono iniziati violentissimi di nuovo. Fino al mattino, come Venerdì. Purtroppo non c'ero quindi ho solo informazioni da internet a da amici, per questo sono così sbrigativo.

Ieri giornata di pace, almeno apparente, solo con una critical mass pacifica.

Questa mattina la demolizione della parte posteriore dello stabile è cominciata; la zona è completamente invasa di polizia e i segni degli ultimi giorni sono rimasti ben chiari sui muri e sull'asfalto. Un centinaio di manifestanti era lì davanti già alle 9.40.

Pieni di appuntamenti i prossimi giorni: una manifestazione al giorno oggi, domani, un'altra mercoledì, poi sabato, poi ancora martedì. Poi chissà.

Appena mando questa mail comincio ad uppare un po' di foto su www.trekshare.com/members/tado . Mentre i video li potete trovare su youtube.com

A presto
 

 

Mercoledì, mattino.
 

L'hanno tirata giù tutta. Ci hanno messo un giorno e mezzo, ma ora non c'è più.

Per tutto il giorno ieri si sono susseguite manifestazioni di ogni tipo in ogni angolo di Danimarca e non solo. A Copenhagen, oltre al presidio permanente di fronte all'Ungdomshuset (dove in molti hanno portato fiori lasciati poi sulla strada come a commemorare la morte di qualcuno), nel primo pomeriggio un centinaio di attivisti "rimasti senza casa" ha trasferito mobili, tavoli, divani e lampade nella piazza centrale, decidendo di trasferirsi in strada; una Reclaim the Streets hai poi avuto luogo in pieno centro muovendosi verso Christiania, e infine in serata una manifestazione "rumorosa" fuori dal carcere a sostegno degli arrestati.

La situazione è in generale tranquilla, la città è ancora invasa dalla polizia, che pare stia girando con album fotografici arrestando chi era coinvolto nei riots del weekend; mentre si comincia a guardare oltre.

Le manifestazioni dei prossimi giorni paiono essere organizzate con l'intento di non arrivare ad altri scontri: tantissimi sono stati gli arresti, e Sabato la situazione è forse sfuggita troppo di mano. Troppe le auto private date alle fiamme, e infine un'assalto assolutamente ingiustificato ad una scuola superiore dove molti sono stati i danni, stanno rischiando di allontanare l'opinione pubblica dalla causa, e ovviamente sono diventati immediatamente arma del sindaco per rifiutarsi di trattare coi manifestanti. Ho invece trovato geniale il blitz sulla Sirenetta: è stata colorata di rosa, coi simboli dell'Ungdomshuset sulla base; il miglior modo per far fare alla notizia il giro del mondo. E poi fa schifo e non è più l'originale, quindi non può nemmeno essere considerato un danno al patrimonio artistico della città.

Mentre la casa cadeva mattone dopo mattone, e mentre in tanti guardavano piangendo, qualcuno è riuscito a scoprire i nomi delle compagnie coinvolte nella demolizione: due hanno subito danni ai loro mezzi nella notte e hanno annunciato che presenteranno il conto alla setta ultracattolica che ora è proprietaria del terreno, mentre una terza si è tirata indietro decidendo di non partecipare alla fine dei lavori. Da parte loro i pazzi bigotti se la cantano felici. In una conferenza stampa ieri il portavoce ha detto che gli scontri dei giorni scorsi erano nientemeno che gli scontri causati da giovani posseduti dal Demonio, e che il Signore ha vinto (gli sbirri?), sconfiggendoli. Dopo questa vittoria, il Signore pare debba sconfiggere a breve (ha continuato il portavoce) omosessualità, pedofilia, pornografia, aborto e giocattoli satanici. E' evidente che la scelta del comune è stata più che azzeccata: perchè mai lasciare in vita un esperimento sociale e culturale simbolo della città, di certo più utile e produttivo di gran parte di ciò che questa città produce coi suoi bottegai, quando si può fare spazio a persone tanto illuminate e guidate dalla provvidenza?

Più passano i giorni più ci si rende conto che quella che ha preso e sta prendendo piede in questa città e in questo paese non è solo una lotta per uno spazio, quanto una lotta per un idea: quella di poter vivere diversamente, di poter pensare diversamente e di poterlo fare fuori da spazi commerciali. La rivolta è stata di massa. Non si è trattato e non si tratta di qualche decina di ragazzi che volevano fare un po' di casino. Una grande fetta delle generazioni giovani è scesa in piazza a urlare la propria rabbia, ognuno in forme e modi differenti, e molti questa la rabbia l'hanno riversata negli scontri, troppo diffusi per essere considerati un incidente di percorso, un avvenimento di cui non preoccuparsi. Leggevo un post su indymedia.dk ieri, che faceva notare come in un paese democratico se una reazione del genere arriva da così tanti giovani, tutti i campanelli di allarme dovrebbero suonare, e si dovrebbe riflettere sulle cause e correre ai ripari immediatamente, non reprimerla a lacrimogeni e bulldozer. Penso che quel post valga la pena di essere letto, quindi vi incollo il link: http://www.indymedia.dk/article/951

Per ora direi che è tutto. Sono ancora tanti gli appuntamenti dei prossimi giorni, quindi vi terrò ad ogni modo aggiornati. Su youtube.com ho messo un po' di video, ma se ne possono trovare a migliaia. In compenso ho finito di mettere le foto su www.trekshare.com/members/tado . Anche se altre arriveranno nei prossimi giorni. Se qualcuno ne volesse copia su cd o via internet mi faccia sapere.

Un ultimo aneddoto: sabato molti gli arresti, troppi per essere portati tutti via rapidamente. La poliza ha pensato bene di dare da mangiare a chi aspettava. Ovviamente in prevalenza attivisti o militanti. Cosa ha comprato? E' andata da Mc Donald's, e ha fatto incetta di panini! Inutile dire che la metà non sono stati mangiati, e che da tutti è stata vista come una provocazione. Tanto che pare che alcuni hamburgers si siano spiattellati sui caschi di li stava consegnando.
 

 

Piccolo update
 

Situazione strana.

La città sembra da qualche giorno sospesa. Tutta la zona di Nørrebro è militarizzata più che mai: ogni sorta di veicolo della polizia pattuglia le strade giorno e notte, come aspettandosi che improvvisamente qualcuno salti giù dal marciapiede e dia fuoco ad un paio di cassonetti in mezzo alla strada. L'Ungdomshuset, invece, come detto non esiste più. E' stata tirata giù tutta e l'area liberata dai detriti con una gran velocità, i muri tutti colorati ridipinti di un tristissimo bianco.

Azioni più o meno grandi si susseguono giorno dopo giorno.

Venerdì sera una festa spontanea è nata sulle rovine, il tristissimo muro bianco è tornato ad essere coloratissimo; nello spiazzo, appoggiati all'altro muro, migliaia di fiori, bigliettini, candele, pupazzetti, gadgets e ricordini di ogni tipo coprono almeno 15 metri di terra: ognuno ha portato qualcosa, e questo piccolo e improvvisato santuario cresce di giorno in giorno. La gente è arrivata con le birre, è stata a bere e chiacchierare al freddo tutta notte, scaldandosi quando si era diventati troppi e faceva troppo freddo, con un paio di falò accesi in mezzo alla strada. E' qui che ho notato un cambiamento drastico. Lo sforzo per evitare gli scontri si sta facendo grande. Solo pezzi di legno, giornali e cose di questo tipo sono stati dati alle fiamme e quando due ragazzini hanno cercato di buttarci dentro un bidone della spazzatura, sono stati fermati da quasi tutti i presenti. Nonostante tutte le buone e pacifiche intenzioni, la polizia è intervenuta verso le 4. Arresti a caso, senza motivo. Non una bottiglia è volata, solo cori e insulti. Ormai la situazione si è ribaltata: settimana scorsa da una cosa come questa sarebbero iniziati scontri enormi, oggi nulla. La polizia cerca in ogni modo di provocare, mentre la gente fa ogni sforzo per stare tranquilla. E' innegabile, anche, che essendo gli arresti ormai saliti a più di 700, parte dello zoccolo duro è stata fiaccata. Tra gli arrestati c'erano 14 italiani, 13 rilasciati, uno no. E' un ragazzo Erasmus di Lecce, che avevo conosciuto il mese scorso. A fotterlo pare siano state due cose: ha il permesso di residenza, e quindi non è stato subito rispedito a casa, e in qualche assurda maniera hanno trovato una lista di nomi di volontari che avrebbero dovuto lavorare ad una serata non so quando, e c'era anche il suo. Non so quanto di questo sia vero, visto che le poche notizie sono arrivate passando di bocca in bocca. Di certo c'è che lui è ancora in gabbia. Ed è meglio non parlare, se fosse vero, della stupidità di lasciare una lista di nomi in un posto che si sa verrà sgomberato…

Ieri grande corteo. Tranquillo e molto partecipato (si sono viste per altro facce conosciute: TPO e in totale 7 del loro giro sparsi da un po' tutta italia; e vecchie conoscenze del giro Bulk i quali per altro pare siano stati fermati per qualche ora). Il prossimo corteo Giovedì, ma nel mezzo ci sono piccole azioni e presidi etc etc.

Mi sono dato come compito per la prossima mail quello di capire per quale stracazzo di motivo non occupano un altro posto. C'è talmente tanta partecipazione, che la gente lo difenderebbe e presidierebbe giorno e notte, lo si potrebbe benissimo occupare durante un corteo, o subito prima e poi dirottarci la gente… Sgomberare di nuovo sarebbe una mossa politicamente pesante, e non è detto che il comune se la senta, almeno potrebbe non avere i riflessi così pronti, e superati i primi giorni tutto potrebbe diventare più facile… Indagherò.

 

 

Tado

 

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3 Responses to Lo sgombero dell’Ungdomshuset

  1. Eleonora says:

    vivevo a norrebro,grazie per il report…ma una parte di me è caduta con quel teatro,avrei voluto esserci perchè non so quando troverò il coraggio di tornare.
    Non occupano un altro posto perchè i Danesi non ragionano così.tienimi informata anche via e-mail.

  2. gigi says:

    mitico

  3. se ne hai una says:

    OGNI BISOGNO REALE E POSSIBILE è UNA DEBOLEZZA CHE FINIRà COL PORTARE LA MOSCA AL VISCHIO.
    ECCO APPUNTO.
    AL VISCHIO.
    (BUONA NOTTE)

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