Metrolab atto quinto

29 Marzo. Metrolab atto quinto

Giunti ormai al terzo sgombero abbiamo deciso di accamparci. Abbiamo scelto di usare la nostra identità mobile per svelare l’ennesima contraddizione della metropoli.

Ci hanno detto che l’occupazione dello stabile di via dello scalo impediva di porre in essere concrete politiche per arginare l’emergenza abitativa. Rispondiamo che 40 posti letto sono solo un palliativo. Rispondiamo rivendicando non solo il diritto alla casa ma il diritto della “città di sotto” ad abitare la metropoli rivendicando spazi pubblici dove i “rumori metropolitani” si facciano voce collettiva e facciano emergere bisogni e desideri.

P.zza Verdi Ore 17:00 campeggi metropolitano. Nuova tappa del nostro viaggio attraverso la città. Nuova tappa di un percorso che vede nell’accesso al reddito uno strumento di libertà.

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18 Responses to Metrolab atto quinto

  1. Blogger says:

    Mercoledì 12 Aprile ore 21:00 assemblea di Metrolab al Baraccano (Via Santo Stefano 119/2)

  2. c.d.d.(come dovevasi dimostare) says:

    bene…no movimento…no partito….occupazioni di due giorni…no martini no party…avete un luogo fisico di incontro oltre al blog (che a quanto pare serve solo a comunicare quando qaulcuno ha deciso di “occupare”?)c’è possibilità di confronto e di capire? dai, spero non siate solo dei fantasmielettronici…ci sarà un’assemblea?esiste un collettivo? e se si dove si ci puo incontrare…sono stanco di fare il tifo a vuoto…

  3. ->WolF says:

    Leggo con piacere il commento di mercu consigliatomi da una compagna. Mi auguro veramente che prima o poi si riesca a mettere da parte l’ereditato odio comune per cercare di costruire un movimento capace di rivendicare obiettivi comuni a tutti i soggetti politici di questa città, anche se sono cosciente che ciò è molto difficile ma non impossibile, lo dico a differenza di mercu da partitista ultra convinto e da critico del ’77. Spero come lui che questo mondo, il nostro mondo si possa cambiare assieme, sperando che gente come dax non se ne sia andata per l’anima di sti ciglioni!
    il blog è un ottima idea 😉

  4. Milton Friedman says:

    Basta con le politiche Keynesiane!
    I lavori socialmente utili non servono a niente e il reddito di cittadinanza è l’ennesima balla, inapplicabile in un paese di 65 milioni di abitanti.
    Piuttosto si aumentino i livelli salariali per i lavoratori, soprattutto per i precari e la si finisca di andare dietro a balle diessine quali il reddito di cittadinanza.

  5. silvia says:

    al di là di errori, pre/giudizi ecc ecc, volevo mandarvi un saluto da Planimetrie Culturali… incontriamoci presto :))))

  6. EMILIA says:

    Aldilà di tutto.
    ma chi è quel figo alto magro e moro..
    credo si chiami FRANCESCO.
    e mi hanno detto che è siciliano..
    TIVOGLIOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

  7. ,, says:

    LEGGEVO,
    E VEDEVO ALCUNI TERMINI RIPETERSI,
    ALCUNE CRITICHE FARSI STRADA,
    ALLORA TORNAVO SU,ALL’INIZIO DELLA PAGINA,PER CONTROLLARE DI AVERE DIGITATO CORRETTAMENTE..
    E POI SI,L’AVEVO FATTO.
    E ALLORA CERCAVO DI INTERROGARMI QUANDO FOSSERO NATE POLEMICHE DIBBATITI, SUL PARTIYO,NON PARTITO,IL 77,IL MOVIMENTO,IL NON MOVIMENTO.
    E ALLORA DI NUOVO,HO PENSATO,ALLIBITA, FOSSE SFUGGITO QUALCOSA.
    INSOMMA METROLAB NON HA POSTO MAI DIBATTITI SUI PARTITI, NE SUL MOVIMENTO BOLOGNESE.
    RACCONTAVA DI QUALCOSA CHIARO A TUTTI, FORSE MOLTO PIU FACILE DA ANALIZZARE,DI PRECARIETà,DI UNA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE SUL REDDITO,E SOPRATTUTTO DEL 2007!
    ALLORA ANCORA,MI CHIEDO COME MAI NON CI SIA UN SOLO COMMENTO IN QUESTO BLOG CHE ANALIZZI LA PROPOSTA, MUOVA CRITICHE, LANCI GIORNATE PARTECIPATE DI DISCUSSIONE SU QUESTA,,, INSOMMA ACCELLERI I TEMPI DELLA SUA VENUTA,NON COME COSTRUTTRICE UNIVERSALE DI UN MOVIMENTO CHE VUOLE FARE SUO.

    MA PIU SEMPLICEMENTE COME PICCOLO STRALCIO DI DISCUSSIONE CHE PUO MUOVERCI VERSO ORIZZONTI MIGLIORI.

    SONO STRANITA.
    TANTO.
    DISPIACIUTA.
    TROPPO

  8. Blogger says:

    Grazie per l’intervento. Nonostante la rabbia e alcuni (pre)giudizi che non condivido il tuo contributo mi è stato di grande aiuto per maturare alcune imporanti riflessioni.
    Non penso di essere la Risposta all’antisocialità, ma voglio combattere questa antipolitica e il riflusso nel privato. Voglio recuperare la dimensione pubblica della politica. E in questo penso che MetroLab, almeno a tratti, abbia incominciato ad abbattere quel muro, a sanare quella dolorosa frattura tra politico e sociale.

  9. skizdmn says:

    ma di che cax di confronto parlate? il metrolab è un golem monoproposta(supposta)con malcelati intenti personal-propagandistici….dov’è questo fantomatico confronto? a chi parla di 77 dobbiamo ricordare che l’Autonomia monopolizzò il movimento proprio per il rifiuto del Partito di capire e di interpretare quelli che erano i bisogni reali, voi adesso da che parte state? chi siete, quelli dell’autonomia operaia o quelli del partito? perchè sicuramente NON SIETE IL MOVIMENTO…se non nella testa o nel cuore di qualche povero disgraziato che si prende le denunce senza neanche sapere perchè…QUANDO LA FINIRETE DI FARE GLI AVANGUARDISTI DEL CAZZO? non CREATE MOVIMENTO gli mettete solo un cappello….non create aggregazione, solo fugaCI apparizioni in piazza per farvi dire uqantosieteavantiemenomalechecisonolorolalottailreddito
    ECHECAZZO….volete piu umanità? allora finitela di fare i cazzoni e cercate un posto dove si possa fare aggregazione REALE, e non questi mezzi postumani (ma che cmq vi danno un immenso potere di censura…vero? come se non vi bastassero le pseudoriunioni -per chi ha studiato…lo sapete come andavano le riunioni nel 77? ve lo ricordate cosa faceva autonomia? o la figc? o chi come loro? e voi in cosa siete diversi? il 77 fu reazione a questo…fu antipolitica..il privato…il riflusso…antisocialità…e siamo diventati quello che siamo ora…cercate di fare AGGREGAZIONE che non sia pizzica a due euro il bicchiere….massa dietro la quale nascondervi e sentirvi piu al caldo illudendovi di essere a casa salvo poi dettare l’agenda “POLITICA”…dibattito significa non cacarsi sotto appena qualcuno osa dissentire e zittirlo con sproloqui elitari ed inutili….volete dialogo? volete COSTRUIRE UNA PIATTAFORMA POLITICA E NON IMPORLA cercate di incontrare la gente…possibilmente più spesso di una volta al mese e magari senza flash…stabilite un calendario che non si risolva in piazzate propagandistiche…..almeno se ritenete opportuno ricevere dei contributi….e non siete arrivati oltre il punto di non ritorno della vostra arroganza….RICORDATEVELO, il 77

  10. mrcoffee says:

    Una cosa:
    ma da dove prendiamo i soldi per il reddito sociale se anche qui in Emilia non ci sono soldi pubblici neanche per la carta igienica del S.Orsola?
    E poi,se la legge è regionale,tutti coloro che come me sono studenti universitari fuori sede,con residenza in altra città,nè usufruirebberero ugualmente?
    rientrerebbero nella legge?
    o sarebbero esclusi a priori?
    Perchè in cso prepariamoci a stanze quadruple e quintuple che mezza italia verrà qui,per fortuna…

  11. biochip says:

    La pensiamo diversamente, secondo me la libertà, la coscienza e la lotta, passano attraverso il superamento del concetto di reddito.
    Sia ben inteso: è ovvio che “senza soldi non si cantano messe”, tuttavia quello del reddito è un gioco al massacro e come tale va considerato.
    Attenzione ad associare concetti come i diritti e la libertà a termini economici o pseudo tali.
    Il denaro ed i suoi derivati sono concetti di tipo binario (possessonon possesso), libertà e diritti nonchè bisogni individuali e collettivi invece sono tutto fuorchè concetti di tipo binario.
    E’ possibile che io mi sbagli ma ti chiedo comunque di rifletterci sopra.
    Ciao.

    Biochip

  12. Mercu says:

    Cari compagni, dalle terre e dai mari.. Penso sia giunto ,ormai da due anni, il momento di cessare la guerra interna che imperversa nel movimento, o meglio, tra i movimentati/ndi. (movimento è nel mio immaginario, un onda collettiva che lotta unitariamente, ma che rispetta differenze e fattispecie, e le affronta politicamente senza pregiudizio). é giunto il momento per tanti motivi, primo dei quali probabilmente è il fatto che tra un centinaio al massimo duecento anni di questo pianeta non sarà rimasto nulla o quasi(il lieto fine non mi ha mai entusiasmato, ma il senso delle cose anche se negativo lo trovo fondamentale), ma trascendendo il macro ed entrando nel micro, ritengo che la merda in cui è finita questo paese ed in particolare questa città sia sufficiente a far dimenticare scazzi, scazzottamenti, insulti e pregiudizi che hanno attraversato e in parte attraversano ancora i movimentandi.
    Non starò qui ad esporre cosa ha fatto e a che cosa sta portando la cofferatizzazione-fascistizzazione di Bologna, penso che i giornali per quanto omertosi e di parte, dimostrino abbastanza chiaramente la situazione vergognosa di questa città… L’ azzeramento di questa “guerriglia” interna è NECESSARIA per vari motivi, ma soprattutto perchè ormai risale a persone che non ci sono nemmeno più (tra i movimentandi e se ci sono ancora hanno quantomeno perso la loro centralità) e non è giusto che persone che non centrano assolutamente un cazzo con quegli scazzi portino avanti le divergenze di altri solo perchè frequentano un collettivo piuttosto che un altro… Ma ancor più, perchè è fondamentale, che la lotta torni ad essere unita, forte, compatta ma allo stesso tempo che porti dentro di sè diversità di linguaggio, d’ immaginazione e di immaginario…é questo l’ unico modo per cambiare lo stato delle cose, la storia insegna. A 30 anni dalla morte di Francesco, in questo marzo, tutti hanno sulla bocca il ’77, in particolare i movimentandi, ma oltre a parlare di quello che fu quella gloriosa rivoluzione qualcuno si chiede cosa c’ è rimasto in questa cazzo di città da allora??? Beh a mio avviso se la risposta dei collettivi (e mi rivolgo a tutti tutti tutti i collettivi) è divisione interna dettata da pregiudizi, facile derisioni dietro alle spalle e infamie, allora non c’è rimasto uno stracazzo di nulla indi, per rispetto, smettiamo di parlarne di quell’ anno stupendo se non sappiamo portarci dietro nulla, nemmeno la semplice umiltà di riconoscersi compagni.. AVANGUARDIA OPERAIA, POTERE POERAIO prima AUTONOMIA OPERAIA poi, LOTTA CONTINUA prima COLLETTIVO JACQUERIE poi, MARXISTI-LENNINSTI, (e tanti altri collettivi di facoltà e non) usavano linguaggi diversi, si confrontavano tanto quanto si scontravano, a volte in maniera anche radicale, ma si riconoscevano come soggetti collettivi facenti parti di un unico movimento. Si sfottevano anche, ma di certo si riconoscevano e si riconoscono tutt’ ora come compagni che “COVAVANO LA RIVOLUZIONE”. Noi di sognare la rivoluzione (collettivamente), anche se non so di preciso quando (forse proprio quel tragico e infame 11 marzo) abbiamo smesso già da tempo, ma a mio parere se non abbiamo nemmeno l’ umiltà di riconoscerci compagni e di metterci a sedere in uno stesso cerchio e confrontarci, non abbiamo proprio più niente per cui valga muoverci… e dato che ormai l’ andazzo del pessismismo cosmico è venuto fuori vi dirò di più.. se questo è quello che siamo e che vogliamo continuare ad essere Francesco, Giuliana e tutti gli altri fino ad arrivare a Carlo e Dax, se ne sono andati per l’ anima dei miei grandissimi coglioni!!!! Scusate, forse esagero ma con questo andazzo non ce la faccio più ad andare avanti, non lo concepisco, non mi ci riconosco, non mi appartiene eppure ci devo convivere.. o forse non devo.. l’ alternativa in termini di utilità collettiva potrebbe essere quella di rinchiudermi in casa e sfondarmi di seghe (rendo bene il paradosso?).. Per concludere, e per tornare a dare un senso a quello che sto scrivendo, non ho la pretesa che metrolab sia il fulcro di questa riconciliazione ma penso possa essere un utile banco di prova… Non chiedo a nessuno di non diffidare o di non essere sul “chi va là” ma semplicemente di non avere pregiudizi e di portare le proprie critiche e i propri dubbi per quanto forti, grandi, provocatori in assemblea.. senza alcun tipo di premura, senza alcun di superiorità.. Avrei potuto riassumere questo sbrodolamento disorganico a tratti anche esagerato e delirante in due sole parole: UNITà ED UMILTà.. Però dato che ho passato mezz’ ora davanti a questo oggetto della tecnologia post-umana mi sarei sentito proprio NU’ BABBO a cancellare tutto e a lasciare due sole parole..
    P.S: Non volevo parlare del ’77 nè tanto meno farne un’ analisi. Era un altro mondo. Un mondo stupendo. Ora però c’ è il nostro mondo, che sarà meno bello, ma è l’ unico che abbiamo e che a maggior ragione dobbiamo provare a cambiare con tutte le nostre forze. Capiamo cosa è essenziale portarci dietro di ciò che fu, io una cosa l’ ho trovata, la reputo assolutamente imprescindibile ed è cio per cui ho passato mezz’ ora davanti a questo strano schermo che fa comparire lettere a seconda di cosa schiaccio su un altro altrettanto strano arnese che si chiama tastiera.
    P.P.S: Forse anche l’ antipartitismo è un valore che dovremmo portarci dietro, e quindi la non rappresentatività della politica dei politicanti; io personalmente ho deciso di portarlo con me, ma non sarà certo questo a bloccare la mia voglia di confronto e di creazione/produzione collettiva, anche con chi ha scelto la vita d’ apparato (che per altro ha appena presentato una mozione a Modena contro Curcio che dovrebbe essere ospite di un centro sociale.. VERGOGNA!!!)
    “PERCHè STARE NEL MOVIMENTO SIGNIFICA ESSERE SULL’ ONDA DELLA PASSIONE GUIDATI DALLA BUSSOLA DELL’INTELLIGENZA” o come diceva qualcun’ altro:”UNA RIVOLTA PER ESSERE TALE HA BISOGNO DI DUE COSE: CHE CI SI CREDA VERAMENTE E CHE SIA BEN PONDERATA”.

    Mercu

    LO STATO CI DEVE PAGARE SOLO PERCHè RESPIRIAMO!!!

  13. Blogger says:

    E’ chiaro che ogni strumento può essere usato secondo molteplici fini e disegni. La legge Biagi predica l’esprospriazione dei diritti tramite il reddito.
    Del resto per me è chiaro l’essere Cittadino passa per il reddito.
    Ti faccio un esempio. Io, studente fuorisede, devo pagare oltre 300 euro di affito ogni mese, qualche migliaio di euro l’anno per le tasse universitarie, devo inoltre mangiare. Ma ho anche un’infinità di altri bisogni e desideri. Potrò mai rendermi conto della mia condizione, esercitare i miei diritti, ribellarmi anche, se prima di tutto non ho accesso al reddito ma sono suo schiavo? Se devo lavorare come precario malpagato e al contempo frequentare e studiare in facoltà pensi che sia così facile che possa lottare per i miei diritti?
    La libertà, la coscienza e la lotta, passano, a mio avviso, per l’accesso ad un reddito.

  14. biochip says:

    Pertanto la Legge Biagi, permettendo l’accesso al reddito (seppur minimo) ad un ingente numero di individui che sino a quel momento ne erano esclusi, è un formidabile strumento di libertà.
    E permette pure la trasformazione dei suddetti individui in Cittadini (con la lettera maiuscola, facciamo le cose in grande!).
    Secondo me c’è qualcosa che non va…
    Sto’ reddito non mi convince…

  15. Blogger says:

    Il reddito è uno strumento di libertà nella misura in cui permette di accedere ad un insieme di diritti che costituiscono una piena cittadinanza. In questo senso permette la trasformazione di un individuo in un cittadino.

  16. biochip says:

    Scusa ma allora cosa intendi per reddito? e soprattutto, in che modo il reddito è uno strumento di libertà?
    Permettendo forse la trasformazione di un individuo in un consumatore attivo?

  17. Blogger says:

    Accesso al reddito non vuol dire maggior reddito, e soprattutto maggior reddito non implica una maggiore libertà.
    Viceversa l’impossibilità di accesso al reddito limita inevitabilmente la libertà e l’accesso ad una piena cittadinanza.

  18. biochip says:

    Accesso al reddito come strumento di libertà?
    Mah, la cosa mi lascia alquanto perplesso…
    Ne deduco che maggior reddito=maggiore libertà.
    Tocca che diventiamo tutti ricchi allora!
    (continuo ad essere perplesso…)

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