Venerdì 2 marzo a Bologna, con la restituzione alla città degli
spazi in disuso dell'ex cinema Embassy di via Azzo Gardino 61
abbiamo inaugurato MetroLab:
laboratorio metropolitano del precariato sociale.
Migranti, studenti, dottorandi, lavoratori precari d'ogni sorta
hanno intrecciato le loro narrazioni per costruire un luogo
di auto inchiesta e di confronto, uno spazio pubblico di
discussione dove mettere al centro i bisogni del precariato
metropolitano a partire da un nuovo concetto di cittadinanza.
Da tempo infatti, c'è una parte di Bologna che gode di una
cittadinanza sempre più limitata e che ha sempre meno strumenti
di partecipazione alla vita collettiva, nonostante sia una ricchezza
e una risorsa fondamentale per la città e per il suo futuro.
studenti, giovani, donne, migranti: i nuovi soggetti produttivi
che spesso non riescono a far sentire la propria voce, relegata
a rumore di sottofondo, e che sono accomunati da una condizione
di precarietà che non trova risposte adeguate, e che da condizione
solo lavorativa è diventata ormai condizione esistenziale, cioè
l'impossibilità di progettare o anche solo di immaginare il proprio futuro.
Da questo ragionamento è nata la campagna Rumori metropolitani:
un percorso d'inchiesta che porterà alla costruzione di una carta di
cittadinanza del precariato sociale che garantisca l'accesso a beni e
servizi fondamentali quali la casa, i trasporti ed i saperi. Una campagna
che parla anche di reddito sociale attraverso una proposta di legge
regionale.
Una campagna che racconta di un nuovo welfare locale basato
sui beni pubblici come premessa di libertà.
MetroLab
Primavera '07, Bologna